CARNEVALE - VIAGGIO TRA I CARNEVALI ITALIANI PIU' FAMOSI
A Carnevale ogni viaggio vale!
In Italia il Carnevale è stato sontuosamente celebrato per secoli e ancora oggi in tutto il Belpaese sono percorribili le direttrici di questa antica manifestazione popolare, “solennizzata” con feste in maschera e sfilate di carri allegorici.
Fra i carnevali italiani più famosi spicca in assoluto quello di Venezia: a parte le numerose iniziative ufficiali di carattere teatrale, ne sono protagonisti i mascheramenti individuali e di gruppo incentrati su fantasiose reinterpretazioni degli antichi costumi d’epoca della Repubblica Veneta. E i moderni rinnovatori delle antiche “Compagnie della calza” - che un tempo animavano le feste carnevalesche - ripropongono oggi forme di teatro che contribuiscono a rallegrare gli spettacoli. Se il Carnevale di Venezia campeggia nelle cronache del divertimento contemporaneo
il Carnevale di Fano (in provincia di Pesaro Urbino) vanta un primato, quello di essere il più antico d’Italia: le prime attestazioni scritte relative a questa festa, infatti, risalgono al lontano 1347. Bello da vedere e dolce da “gustare” grazie a goliardiche sfide combattute a colpi di dolciumi, il carnevale di Fano attende visitatori e appassionati delle tradizioni italiche con le sue maschere, la musica e i carri allegorici. Nel contesto dei carri i riflettori sono puntati sul
Carnevale di Viareggio, nato nel febbraio del 1873 come semplice sfilata di carri e carrozze mascherati, finalizzati alla formazione di gruppi allegorici. Al giorno d’oggi è possibile ammirare annualmente una decina di carri alti sino a venti metri, cui seguono carri più “piccoli”, con un’altezza che sfiora i nove metri. Numerosi i soggetti proposti - in un caleidoscopio di colori -, ispirati alla satira politica e di costume ma anche a temi d’attualità. Il corteo è aperto dal
carro del re Burlamacco – dal nome del porto di Viareggio – affiancato da una madrina. Mastodontici carri mascherati sono da apprezzare anche al
Carnevale di Cento (Ferrara), organizzato dai rioni della località. Enormi sono le opere in cartapesta che campeggiano sui carri dai quali vengono gettati – per la gioia delle persone presenti - caramelle, cioccolatini, dolciumi, palloncini e pupazzetti in gran quantità. Il carnevale si conclude con il testamento e il rogo del “Tasi”, tipica maschera locale creata sulla caricatura di un personaggio realmente esistito. E dalla realtà pare tragga spunto il
Carnevale di Ivrea (Torino), in ricordo della rivolta della popolazione contro il conte Raineri di Biandrate.
Epicentro del carnevale è la “Battaglia delle arance”, un’appassionata sfida tra gli “aranceri” - a piedi, simbolo del popolo ribelle - e i personaggi sui carri, simbolo delle guardie del tiranno. Indumento tipico del Carnevale di Ivrea è il “frigio”, il berretto in uso durante la rivoluzione francese, molto pratico per proteggersi dal lancio delle arance! Echi antichi anche nel
Carnevale di Verres (Valle d’Aosta), che affonda le sue origini nel 1450. Il sabato il Gran Ciambellano scende la scalinata di piazza Chanoux - attorniato da guardie, arcieri e portabandiera - e annuncia l’arrivo dei signori locali: la contessa inizia ballare con un popolano mentre il Gran Ciambellano dichiara aperti i festeggiamenti. La festa prosegue sino al martedì grasso, giorno in cui le celebrazioni si concludono con un ballo in maschera al castello. Al
Carnevale di Sauris, invece, in provincia di Udine, sono protagonisti il “Rölar” e il “Kheirar”.
Il Rölar è una figura magica e al contempo demoniaca, il cui compito è quello di avvertire la gente a prepararsi per la grande mascherata. Il suo nome deriva dai “rolelan”, i campanelli che porta legati attorno alla vita e che agita in continuazione. Ha il viso e le mani annerite dalla fuliggine, indossa abiti rozzi e ha la testa fasciata con un fazzoletto a frange. Con lui c’è il Kheirar - il re delle maschere - che dirige lo svolgimento della festa che culmina nella “Notte delle Lanterne”: suggestive passeggiate notturne illuminate dalle lanterne conducono i partecipanti ai punti-ristoro e alle danze, il tutto in una cornice di montagne. Brezza mediterranea, invece, per
il “più bel carnevale di Sicilia”, quello di Acireale (Catania): risalgono al 1880 le prime sfilate di carri con maschere di cartapesta dalle gigantesche dimensioni mentre nel 1930 fanno la loro prima comparsa le sfilate dei carri infiorati, maestose coreografie realizzate con i garofani. Dall’isola del mito si passa alla Sardegna, dove il Carnevale significa “sartiglia” - festa equestre che trae origine dalla cultura spagnola tardomedievale - e quindi… la meta è Oristano! Il
carnevale oristanese rappresenta uno degli appuntamenti popolari più attesi e partecipati dell’intero territorio. In ogni comune della provincia, infatti, è ormai consolidata la tendenza a rispolverare antiche maschere e partecipare a tutte le manifestazioni carnevalesche in programma. Trionfo di festa e di emozioni anche al
Carnevale di Putignano (Bari): la maschera tipica di questo carnevale è Farinella, la cui nascita risale al 1953 e che ricorda l’immagine di un “jolly” con abito a toppe multicolori e sonagli sulle tre punte del cappello e sulle scarpe.
Luciana Francesca Rebonato
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