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Sport  02/10/2004 

ROBERTO BAGGIO

Roberto Baggio è nato a Caldogno in provincia di Vicenza, il 18 febbraio 1967.
Fin da piccolo dimostra di avere una capacità eccezionale nel gioco del calcio. 
Si mette subito in evidenza nella sua prima squadra, il Caldogno appunto, tanto che veniva mandato spesso a giocare con i ragazzi della categoria superiore. In breve tempo si fa conoscere, così nel campionato '82/'83 esordisce con la prima squadra del Lanerossi Vicenza: aveva solo quindici anni. 
Nel febbraio 1982 purtroppo s'infortuna (lesione al menisco del ginocchio sinistro) ma Roby si riprende. 
Tanti s’interessano al ragazzo prodigio ma la prima ad adocchiarlo è la Fiorentina nel 1985. Il sogno dei tifosi di vederlo giocare con la maglia viola, però, si allontana perché il 5 maggio sempre del 1985, Roberto subisce un gravissimo infortunio. In uno scontro riporta la rottura del legamento crociato anteriore al ginocchio destro. Il suo recupero è piuttosto lungo, ma sebbene si operi a distanza di un anno dall’infortunio, perdendo due anni in tutto, la Fiorentina lo aspetta. 
Baggio ce la fa e finalmente arriva il giorno del debutto in serie A: è il 21 settembre 1986 in Fiorentina-Sampdoria (2-0). 
L’11 dicembre '86, però, subisce un nuovo intervento per essersi incrinato il menisco in una partita d’allenamento. Dopo una lunga rieducazione, Roby guarisce definitivamente e così inizia anche la trafila nelle squadre giovanili azzurre: dalla nazionale juniores a quella maggiore di Azeglio Vicini. 
L’esordio in nazionale avviene il 16 novembre 1988 a Roma in Italia-Olanda (2-1), a soli 21 anni. 
Il campionato '89/'90 è veramente eccezionale ma è l’ultimo con la Fiorentina. 
Nel '90 Roberto va alla Juve, cosa che i tifosi viola non gli avrebbero mai perdonato, si lega alla squadra bianconera per cinque anni nei quali vince due Coppe Uefa, nel 1993 e 1995, il Pallone d’Oro nel 1993 e uno Scudetto nel 1995. 
Nasce il mito del “Divin Codino”, gioca i due mondiali, quello italiano e USA '94.
Dopo i Mondiali, quasi tutti lo danno per finito, però le due milanesi si fanno avanti, Baggio preferisce il Milan nel quale resta ben due anni, non senza problemi.
Nelle poche occasioni che gli vengono date, Baggio incanta e nel '96 vince uno scudetto proprio col Milan. 
L’ultimo anno ritorna Sacchi a Milano e anche se gli applausi sono tutti per il “Divin Codino”, l’allenatore fa capire che non c’è più posto per lui. 
Verso la fine di Aprile '97 si celebra il suo grande ritorno in nazionale, il campione si prepara all’ennesima sfida e spera di continuare a far parte del gruppo azzurro per partecipare a France '98: il suo grande obiettivo!.
Cominciano ad arrivare offerte dall’estero, le squadre italiane sono perplesse, ma Roby vuole restare in Italia per garantire serenità a se stesso e alla propria famiglia. 
Il Parma sembra volerlo acquistare, ma dopo un annuncio quasi ufficiale la società si tira indietro. La spunta il Bologna. 
L’arrivo di Roby fa esplodere di entusiasmo i tifosi. 
Domenica 20 luglio 1997 scende in campo nella prima amichevole.
Il 5 ottobre '97, in Piacenza-Bologna 0-0, Baggio viene espulso. Cominciano le polemiche con Ulivieri fino alla frattura vera e propria: Baggio se ne va dal ritiro dopo aver saputo che non farà parte del gruppo in Bologna–Juventus (18-01-98). Baggio si incontra col presidente, spiega il motivo della sua scelta dettata dalla delusione di non giocare contro la Juve e la questione Baggio-Ulivieri rientra. Roberto sorprende sempre di più, Bologna 3 - Milan 0 in cui 2 suoi gol gli fanno meritare la maglia azzurra.
Alla fine della stagione bolognese Baggio ha segnato 22 gol, nella classifica dei cannonieri è il primo italiano! Il suo futuro oltre che in Nazionale si preannuncia in nerazzurro.
Roby è pronto per un’altra avventura. Voci dicono che Moratti abbia messo gli occhi su di lui… e il desiderio si avvera! Roby debutta con la maglia nerazzurra durante il triangolare estivo Udinese-Juventus- Inter. 
Alla fine del campionato '98-'99 decide di rimanere all’Inter, ma una vecchia conoscenza si ripresenta nella sua vita. Lippi diventa il suo nuovo allenatore. Roby gioca poco (4 spezzoni di partita) e a dicembre riesplode: se avesse saputo che Lippi non avrebbe mantenuto le promesse fatte (farlo giocare nella squadra pianificata dall’allenatore), avrebbe accettato un’offerta per non perdere l’Europeo 2000. 
Il divorzio Baggio-Inter è ormai annunciato ma lui non vuole andare via nonostante le richieste che arrivano anche dall’estero. Il fatto che il numero 10 non giochi diventa un caso: più di una volta Baggio si alza dalla panchina a inizio ripresa, si scalda per mezz’ora, Lippi effettua i cambi e, quando arriva a quota tre, Roby se ne ritorna in panchina. Siamo nella prima metà di gennaio 2000, la sua ultima apparizione risale al 18 dicembre poi… niente… niente in campionato, niente in Coppa Italia. 
Arriva il 23 gennaio, sono passati quasi 40 giorni dall’ultima partita giocata (10 minuti), Verona-Inter, Lippi ha a disposizione per certo solo Recoba, Mutu e Roberto Baggio. La formazione naturalmente vede escluso Baggio che è infastidito dalle giustificazioni che si danno alle sue assenze attribuendole solo a guai fisici. Roby entra nel secondo tempo, gioca 48 minuti, ma le statistiche sono tutte a suo favore: 20 palle giocate, 1 persa, 4 recuperate, 1 assist, 3 tiri in porta, nessun fallo fatto, 2 subiti e segna il 157° gol della sua carriera e l’Inter riparte… 
È poco per ritenerlo un fuoriclasse indispensabile?
Il campionato finisce, l’Inter è quarta in classifica insieme al Parma, uno spareggio deciderà chi far entrare in Champions League. Quella notte è fondamentale anche per il futuro di Baggio, è il 23 maggio 2000. Il numero 10 gioca dall’inizio e porta in vantaggio la sua squadra con una delle sue magiche punizioni. Il ritmo cresce, al 25° della ripresa arriva il pareggio parmense di Stanic, solo 13 minuti dopo Baggio raddoppia al volo da fuori area. Lunga ovazione per lui quando viene sostituito con Fresi, e c’è ancora tempo per il terzo gol di Zamorano al 46°.
L’Inter vola in Champions League e il merito è tutto di Baggio. La doppietta della serata di Verona è un regalo per Moratti e per la squadra. Allora, tirando le somme… Baggio regala la Champions League all’Inter, però in agosto l’Inter perde ed esce dalla competizione europea.
Il futuro di Roby è deciso, lasciare l’Inter è l’obiettivo primario. 
Le sue giornate le passa a casa sua, fra allenamenti col preparatore personale argentino Enrique Miguel, esercitazioni, punizioni, cross, calci d’angolo e penalty. Fra le possibili pretendenti spunta l’Udinese, quando è quasi fatta chi riesce a strappare la firma miliardaria al magico fuoriclasse di Caldogno è il Brescia, dove concluderà la sua esaltante carriera alla fine della stagione 2003/04.

ROBY SEI UN GRANDE




(Articolo di P.G. – curatore della rubrica)

Per approfondimenti:

www.robybaggiofanclub.it

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