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Area Educazione civica  
Il passato ed il presente  14/12/2010 

LA RIFORMA GELMINI

Con il termine Riforma Gelmini si intendono tutti i provvedimenti scolastici voluti dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Mariastella Gelmini, dal 2008  ad oggi con lo scopo di riformare il sistema scolastico italiano dalla Scuola dell’Infanzia all’Università secondo un Piano Programmatico esposto per la prima volta nell’estate del 2008. M. Gelmini è deputata per Forza Italia dal 2006. Una RIFORMA DI LEGGE è un insieme complesso di Provvedimenti voluti da più istituzioni e parti il cui scopo è modificare sostanzialmente un sistema.

La riforma segue uno schema di piano programmatico che nasce dall’art.64 della Legge 133 del 6 agosto 2008 (Finanziaria) e dalla Legge 169 del 30 ottobre 2008. L’obiettivo prioritario è una razionalizzazione della spesa pubblica nell’ambito dell’Istruzione a tutti i livelli, infatti i commi 6,7,8 e 9 concernono la parte tecnica/finanziaria:

- l’economia lorda di spesa dello Stato,ovvero quanto lo Stato dovrà risparmiare ogni anno, come da legge finanziaria del 2008, dovrà essere di non meno di 456 milioni di euro per l'anno 2009, a 1.650 milioni di euro per l'anno 2010, a 2.538 milioni di euro per l'anno 2011 e a 3.188 milioni di euro a decorrere dall'anno 2012.

- a partire dall’anno 2010, il 30 per cento di questa economia di spesa è destinata ad incrementare le risorse contrattuali di coloro i quali promuovono nelle Scuole di ogni ordine e grado, iniziative che favoriscono il risparmio complessivo conseguito per ciascun anno scolastico.

Da tutto questo ne derivano una serie di Provvedimenti, disegni di Legge, decreti Legge, poi convertiti in Legge (si ricorda che un Decreto Legge è immediatamente attivo, ma decade se non viene convertito in Legge entro 60 giorni dall’accordo), che in due anni hanno coinvolto e ristrutturato la scuola italiana dall’Infanzia all’Università, ultimo e recentissimo atto.

Il Piano Programmatico si articola nei seguenti punti:

1.      Criteri di predisposizione e attuazione del piano

Sintetizza quali sono i principi guida che hanno portato a formulare la Riforma, ovvero la valorizzazione delle realtà regionali, integrando le risorse statali con quelle degli Enti Locali, rendere il carico orario sostenibile per gli studenti attuando una riduzione degli orari e semplificando la proposta di piani di studio. Si reputa infatti che l’eccessiva scelta formativa sia la fonte principale del fenomeno della dispersione scolastica. Così si esprime il Ministro nell’ultimo punto “Il superamento della frammentazione e proliferazione degli indirizzi di studio, che disorienta l’utenza e determina un aumento ingiustificato di docenti, e spesso produce una modesta qualità dei risultati di apprendimento”

2.      Revisione degli ordinamenti scolastici

Vengono prese in analisi le diverse scuole partendo dalla revisione dell’orario:

-          La scuola dell’Infanzia: è previsto un solo insegnante e lo svolgimento delle attività al mattino. Le risorse che in questo modo vengono risparmiate, qualora ce ne siano, possono essere utilizzate per venire incontro alle esigenze delle famiglie, lasciando alla scuole un ampio margine di autonomia organizzativa in merito alla flessibilità degli orari, sebbene con un personale ridotto.

-          La Scuola Primaria: “nell’arco di vita dai sei ai dieci anni si avverte il bisogno di una figura unica di riferimento con cui l’alunno possa avere un rapporto continuo e diretto” va quindi privilegiata l’attivazione di classi affidate ad un unico docente e funzionanti per un orario di 24 ore settimanali. A discrezione delle scuole questo orario può essere ampliato a 27 o 30 ore. Il percorso è affiancato da uno specialista di per l’insegnamento della lingua inglese.

-          Scuola Secondaria di I grado: l’orario, in questo caso è definito in via ordinaria, nella misura di 29 ore settimanali rispetto alle 32 pre Riforma, si cercherà quindi di superare l’eccessiva frammentazione negli insegnamenti favorendo l’accorpamento degli stessi in aree di base: linguistica, umanistico letteraria, tecnologica e scientifica.

-          Licei: si riducono a sei, di cui classico, scientifico, linguistico e delle scienze umane con un monte ore massimo pari a 30. 32 le ore invece che avranno il liceo artistico, a sua volta articolato in sei indirizzi, e quello musicale e coreutico.

-          Istituti Tecnici e Professionali: anche qui il monte ore è pari a 32. Gli istituti tecnici si suddividono in due settori: economico, con 2 indirizzi, e tecnologico, con 9 indirizzi, mentre i professionali si dividono nel settore dei servizi, con 4 indirizzi, e industria e artigianato con 2 indirizzi.

3.      Razionale ed efficiente utilizzo delle risorse umane della scuola

Per risorse umane nella scuola si intendono i docenti di ogni ordine e grado e il personale ATA, ovvero tutti coloro che lavorano a vario titolo all’interno del sistema scolastico: segretari amministrative, assistenti tecnici, collaboratori scolastici… che verrà ridimensionato con una stima del 17%.

Il primo obiettivo è quindi quello di incrementare il rapporto alunni/docenti e alunni/classi, quindi classi più numerose affidate ad un unico docente tramite accorpamento degli insegnamenti nella scuola secondaria e il maestro unico nella Primaria lasciando comunque l’autonomia alle scuole di organizzare l’attività didattica secondo criteri di flessibilità.

L’unico potenziamento che si ritiene indispensabile, soprattutto per aderire agli standard richiesti a livello europeo, è la formazione degli insegnanti di inglese per la scuola primaria.

Il 30% delle risorse che però andranno risparmiate saranno reinvestite premiando il personale delle scuole che meglio ha saputo rendersi innovativo come proposta e organizzazione.

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