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News  26/05/2003 

Intervista a Claudio Rizzini

INTERVISTA A CLAUDIO RIZZINI ,
VINCITORE DEL CONCORSO
“Una frase per la solidarietà”
per la categoria STUDENTI DI SCUOLA SUPERIORE

Il concorso è terminato, le premiazioni sono avvenute…una bella festa, un momento per stare insieme…
Non sono una giornalista professionista, anzi…sono un’educatrice, a volte una segretaria, altre un’insegnante…soprattutto una pedagogista. Oggi incontrerò Claudio per chiedergli chi è, ma soprattutto per ragionare con lui. Cos’ha significato questo concorso? Perché partecipare? Io e Andrea Ben Leva vorremmo parlarvi di qualcosa attraverso questa intervista, quindi mi sono preparata ad un dialogo, non ad una vera e propria serie di domande.
Claudio arriva alle 16.30, come avevamo concordato. Ci siamo dati appuntamento in un posto dove possiamo chiacchierare tranquilli, nella sede Club Scuola Italia di Cassina de’ Pecchi, in provincia di Milano.
Ci sediamo ed accendo il registratore. Io e Claudio ci conosciamo già un po’, abbiamo avuto altre occasioni per vederci, ma inizio dalle domande più banali, come se fosse la prima volta che lo incontro…

Ciao Claudio, come stai?
Claudio: Bene, grazie
Siamo qui per parlare del concorso, ma prima ti vorrei chiedere quanti anni hai.
Ok, ho quasi 15 anni.
Che classe fai?
La prima Liceo.
Ah! Allora sei in prima! Io pensavo che fossi già in seconda. Dalla frase che hai scritto, chissà perché, ti pensavo un po’ più grande
( sorride: forse pensa io sia un po’ matta )
Ma veniamo al concorso “Frase per la solidarietà”. Come hai fatto a sapere che c’era questo concorso?
Sono iscritto al sito. Ci vado spesso e ho letto che c’era il concorso.
Come mai hai deciso di partecipare?
(si guarda un po’ intorno alzando la testa)
Per istinto.
Perché “ti andava”?
Sì, non c’era una vera e propria motivazione.
Ok. Leggi la tua frase, per favore
(Legge)
“LE PERSONE NON CRESCONO MAI DA SOLE, MA TUTTE INSIEME”
Ok…questa è una frase in cui, analizzandola bene, si possono trovare diverse cose. Il concetto è chiaro, è molto semplice, però tu usi delle parole che forse possiamo approfondire un po’ per i lettori del sito, per spiegare che cosa intendevi dire…
Più che altro è una frase ANTI – DISCRIMINAZIONE. Nel senso che spesso si tende a discriminare la gente, anche ad allontanarla…Diciamo che rimangono nella società i “migliori” e praticamente questa frase sta a dire che comunque non esistono persone più importanti nel mondo:
sono tutte importanti, tutte fanno girare il mondo e non esiste un vero centro…
Non esiste un vero centro…interessante questo concetto…Secondo te ci sono delle persone che credono che questo “vero centro” esista?
Sicuramente. Sono anche tante
E in che cosa, solitamente, esse individuano il centro? Cioè, secondo te, queste persone come pensano che dovrebbe essere la nostra società?
(Mi guarda e sembra molto assorto, vuole spiegarmelo bene…)
La società è dominata dal denaro, sicuramente… Poi…da loro stessi. Sicuramente sono tante le persone che hanno questi fini e proprio per raggiungere questi fini discriminano le altre, le tengono da parte…Mettono prima di tutto loro stessi.
Quindi queste persone secondo te si ritengono esse stesse il centro del mondo?
Sì, sono egocentriche.
Ho capito; andiamo avanti. Tu usi la parola “Crescono”…che cosa intendi col fatto che DA SOLI NON SI PUO’ CRESCERE?
Io non mi riferivo agli individui che crescono, ma alla società ed alla comunità. La società è in continua crescita. Dall’homo sapiens è nata la società ed è sempre in continua crescita e penso che comunque per far crescere la società, per svilupparla, per trovare nuove vie (e anche per guadagnare) bisogna farlo tutti insieme…Più ci sono teste assieme…
Quindi tu parli di una crescita sociale, non di una crescita individuale…perciò questo NON crescere da soli non riguarda soltanto l’individuo, ma …TUTTI!
Sì.
Perché, secondo te, è così? Che cosa ci può dimostrare, nella concretezza, che se non siamo uniti, va tutto male?
(ci pensa un po’)
Posso fare un esempio molto semplice…la classe a scuola. Mettiamo una classe che non è unita, dove c’è sempre confusione e che non è ben vista dai prof., paragonata ad un’altra dove si è tutti uniti e i ragazzi si aiutano tra di loro, non ci sono persone che cercano di prevalere sulle altre… Nella classe che non è unita c‘è egocentrismo e non funziona bene..
Certo. E questa cosa ha delle ripercussioni sugli individui…Perché poi ognuno paga le conseguenze del fatto che il gruppo non sia unito…Credo che questo esempio sia molto chiaro. E fuori dal contesto scolastico, secondo te, ci sono delle situazioni negative?Nel mondo che stai vivendo, ci sono esempi negativi, di emarginazione sociale?
Personalmente non ne conosco, però dal mondo dei “media” se ne possono sentire di tutti i colori…nei confronti dei disabili, dei paesi del Terzo Mondo, per dire, o in Israele e Palestina. Gli esempi sono tanti, per cui…
Non c’è bisogno di sforzarsi per cercarli, purtroppo…
No, infatti…anche se di situazioni personali non ne vivo.
Questo mi fa molto piacere, significa che non hai preoccupazioni e a 15 anni…BEN VENGA! Hai mai avuto, anche in passato, compagni di classe disabili?
No
Hai mai avuto occasione di conoscere persone disabili?
Ho conosciuto un amico di mio fratello che purtroppo ora non c’è più (è mancato per un incidente stradale), aveva problemi a livello corporeo. Era ben visto dai compagni, aveva moltissimi amici, oltre a mio fratello.
Secondo te nella vita di un ragazzo può essere utile conoscere una persona disabile?

Perché?
(ci deve pensare un momento. Non vuole darmi una risposta a caso)
Le persone disabili vengono solitamente discriminate. Conoscerle aiuta a capire come si sentono e a capire come migliorare la loro vita…non solo dell’individuo che conosci, ma di tutti loro in generale.
Ho capito. Adesso cambiamo un momento prospettiva. Tu forse sai che spesso si usa un luogo comune, secondo il quale i ragazzi di oggi hanno tutto e sono INDIFFERENTI alla vita degli altri. Ogni generazione accusa quella successiva di atteggiamenti sbagliati…
Sì è vero, ora tocca a me sentire queste cose, poi magari le dirò io…!
(ridiamo…)
Tu come ti senti rispetto a questa definizione della tua generazione? Hai dimostrato di non essere indifferente…
Bisogna valutare per ogni individuo…però in generale è così, siamo un po’ indifferenti.
Quindi tu pensi che effettivamente sia un po’ vero?
Sì. Però non sempre. Ad esempio, nella mia classe abbiamo appena iniziato un progetto di adozione a distanza…Dipende da ogni individuo. Se ci sono delle persone che trascinano…Ad esempio, nel gruppo, nella classe, se c’è qualcuno che propone, magari gli altri tendono a seguire e si può fare qualcosa di positivo.
Quindi non è un’indifferenza totale…non si può generalizzare…Si possono creare attrazioni positive ed attrazioni negative nei gruppi…
Esatto.
Tu pensi che questo genere di concorsi possa entrare (piano piano) nella mentalità dei ragazzi o pensi che non sia una cosa che i ragazzi sentono?
Questo tipo di concorsi sicuramente aiuta a far entrare nella mente dei ragazzi certi tipi di idee, però se vengono fatti con questa estensione…non basta! E’ ovvio che è soltanto un inizio…andando avanti si potranno creare concorsi più ampi. Se continuerà così, comunque, si raggiungerà un bel risultato sicuramente.
Quindi pensi che siano temi che possono interessare i ragazzi come hanno interessato te?…se NOI RIUSCIAMO A RAGGIUNGERLI!
Sì, quando sarà su larga scala, sicuramente.
Vorrei chiederti una tua interpretazione di questa cosa: perché, secondo te, un sito Internet che si occupa di servizi scolastici ha pensato di dedicare spazio al tema della solidarietà? In altre parole, che attinenza ci può essere tra la solidarietà e voi che andate a scuola?
(credevo di avergli posto una domanda complicata, invece risponde senza pensarci su)
Perché noi siamo il domani
Questa è la tua interpretazione…quindi noi cerchiamo di attirare la vostra attenzione…
Sì. Voi siete l’oggi e noi siamo il domani.
E’ una prospettiva interessante. Parliamo della scuola. La tua scuola organizza o ha organizzato dei momenti di incontro con la realtà del no – profit e con la diversità in generale?
Per ora non hanno avuto la possibilità, ma… non c’è neanche un vero e proprio programma, che io sappia.
Allora com’è avvenuta l’adozione a distanza di cui mi parlavi, da dov’è arrivata la proposta?
Dal prof. di Religione.
Quindi la tua scuola ha attivato un progetto, ma solo sulla tua classe…
No, è stato fatto in tutte le classi, ma non ci sono state assemblee per parlarne. Può darsi che più avanti si faranno.
Secondo te a scuola perché a volte ci sono difficoltà a proporre attività diverse dalla programmazione didattica?
Principalmente perché i tempi sono abbastanza stretti. Quindi si tende a concentrarsi sulle attività culturali in senso stretto, per cui i prof. non riescono a concentrarsi su queste cose e ad avere uno sguardo più ampio…
Da pochissimo tempo il Ministro Moratti ha detto che i ragazzi che faranno volontariato avranno un credito scolastico. Perché, secondo te, un Ministro dell’Istruzione può pensare di fare questo? Come si inserisce il volontariato nel percorso scolastico?
Perché la scuola comunque dovrebbe avere anche un fine solidale, quindi il Ministro vuole dare a questo fine la sua vera importanza.
Quindi la scuola si deve rivolgere alla società civile in generale, non soltanto alla storia o alla matematica…
Ora devo chiederti che scuola fai.

Il Liceo Scientifico Tradizionale Bilingue Banfi. Facciamo Inglese e Francese.
Hai già in mente che cosa farai per il tuo futuro?
Sì, un po’ campato in aria…l’ingegnere nucleare.
Come mai?
Non lo so…ho letto qualcosa sulla fusione nucleare e mi ha incuriosito moltissimo. Il mio sogno sarebbe creare la prima centrale a fusione nucleare…
Caspita! Allora potrò dire di aver conosciuto l’inventore della prima centrale…!!!
(sorride)
Magari!
Ti ringrazio per questa conversazione. Sistemerò il materiale per pubblicarlo. Ti è piaciuta la premiazione al circolo Gargnano?
Sì, molto.
Ti è piaciuto conoscere Ben Leva?
Sì, è in gamba.
C’erano anche i tuoi genitori?
Sì. Sono stati contenti…peccato per il tempo, il posto era bellissimo.
Grazie per essere venuto.
Grazie a te.
Ciao
Ciao, buon lavoro.
Grazie

Abbiamo finito e Claudio va a casa. Io resto con il mio registratore ed i miei pensieri…Abbiamo parlato di tante cose….mi ha fatto veramente piacere.
Le parole che ho riportato sono quelle mie e di Claudio, anche se ho fatto qualche correzione al testo parlato per renderlo più fluido, ma solo in qualche punto.
Quest’intervista è solo la prima che dedicheremo alle persone che hanno partecipato e parteciperanno ai cicli di Solidali per la solidarietà . Lo scopo è quello di riflettere con loro e cogliere il senso di questa iniziativa insieme.

Intervista e pubblicazione a cura di: Cristina Franceschini, pedagogista, responsabile di redazione di Club Scuola Italia.
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