LE CLASSI HI-TECH MIGLIORANO LE PERFORMANCE DEGLI STUDENTI
La tecnologia aiuta gli studenti. I ragazzi si distraggono meno, cooperano e diventano più creativi. La scuola del futuro sarà alla "Star Trek" e migliorerà le performance degli allievi. Almeno secondo uno studio dell’Università di Durham che ha dimostrato come classi hi-tech composte da banchi multi-touch e multi-users riescano a migliorare le capacità degli studenti di comprendere e possedere i principi della matematica.
I risultati giungono dopo un’indagine durata tre anni, lavorando con quattrocento allievi, la maggioranza dagli otto ai dieci anni di età. La ricerca è stata descritta in un articolo pubblicato sulla rivista Learning and Instruction.
Lo studio ha dimostrato che l’utilizzo di desk multi-touch ha promosso un atteggiamento collaborativo negli studenti, aumentando le abilità dell’intera classe nell’approcciare alla matematica rispetto agli allievi istruiti secondo i metodi tradizionali. I risultati hanno dimostrato che l'approccio hi-tech ha migliorato le prestazioni in matematica del quarantacinque per cento dopo il corso di studi rispetto al solo sedici per cento degli studenti educati con la didattica attuale. "L'approccio multi-touch promuove la cooperazione creativa tra i ragazzi - ha spiegato l’autrice della ricerca Liz Burd - in contrasto con l’apprendimento basato sull'ascolto passivo".
Non tutti sono d'accordo, però. Per molti insegnanti i metodi tradizionali restano i migliori. I problemi che più spesso vengono annoverati tra le conseguenze dell’eccessivo utilizzo delle tecnologie sono la difficoltà di attenzione, i problemi di concentrazione, la riduzione delle capacità di lettura e il distacco dal mondo reale. Il computer richiede molta attenzione e facilmente crea dipendenza. Alcuni studiosi dello sviluppo cognitivo ritengono che l’utilizzo precoce del computer, prima dei 9 anni, minacci lo sviluppo celebrale.
Le nuove tecnologie, inoltre, impongono un nuovo modo di essere insegnanti. Il materiale didattico di partenza assume forme nuove (semilavorati, tracce di lavoro, frames di riferimento progettate e realizzate da team di esperti) e richiede che gli insegnanti lo modifichino, completino e adattino in base alle esigenze che emergono quotidianamente nelle classi.
Secondo Marc Prensky i nativi digitali rappresentano la prima generazione nata e cresciuta con la piena disponibilità delle nuove tecnologie ovvero la coorte nata tra la fine degli anni ’90 e gli inizi del 2001. Il nativo è ormai in una fase avanzata del proprio percorso formativo e non sempre l’offerta per lui sfrutta le potenzialità della tecnologia. I dati indicano che nel giro di 5 anni un individuo di questa coorte trascorre in media 10.000 ore con i videogames, invia 200.000 mail e parla al cellulare 10.000 ore, guarda 20.000 ore di televisione e 500.000 spot. A fronte di questa sovra esposizione tecnologica solo 5.000 ore vengono dedicate alla lettura. Alcuni studi mostrano che la prima coorte figlia del digitale e della rete possiede una struttura celebrale diversa da quella delle generazioni precedenti soprattutto per le modalità di comunicazione, di organizzazione del pensiero e di apprendimento. I tratti distintivi dei nativi digitali rispetto agli immigrati digitali sono il multitasking, l’interattività e l’ipertestualità.
TAG: HI TECH - SCUOLA - NATIVI DIGITALI
|
Studenti
Orientamento
Editoria ed eventi
Cerca
in Club Scuola Italia
News
Editoria ed eventi
Concorsi 
