C'E' LA CRISI, MA NESSUNO VUOLE I LAVORI NOTTURNI E DEL WEEKEND
Ragazzi, i posti di lavoro ci sono. Ogni neo diplomato o neo laureato vorrebbe subito il posto fisso, magari a tempo indeterminato, con tanto di benefit, ferie, malattia e ammennicoli vari. Ma il momento è tosto, e le occasioni languono. Eppure i giovani non si adattano. Nonostante la crisi, resta difficile trovare personale qualificato disposto a lavorare di notte o durante i fine settimana. Si stima che siano oltre 3.000 le posizioni vacanti, in prevalenza nei servizi, nel commercio, nell’industria e nell’hi-tech.
È quanto emerge da una indagine condotta fra oltre 100 aziende di medie e grandi dimensioni da MCS, società di ricerca e selezione di middle manager con sedi a Milano, Roma e Bologna.
La ricerca mostra che il lavoro notturno e festivo in Italia è profondamente cambiato, seguendo un trend europeo. In Italia, secondo dati Eurostat, circa il 10,5% dei lavoratori è coinvolto in turni serali o notturni. Un livello modesto rispetto ad altri Paesi. In Francia si tocca l’11,7%, in in Spagna il 12,2%. Picchi ancora più alti in Germania (17%) e Gran Bretagna (18%). In vetta la Danimarca con addirittura il 21%.
“Una volta il lavoro con orari disagiati era concentrato nelle fabbriche con i turni di notte”, ricorda Beatrice Bussolati, consulente di MCS, “Oggi il panorama è molto più ampio. Si va dalla sicurezza ai servizi, dall’hi-tech ai call center, fino dai trasporti ai negozi aperti di sera e nel week end. E sono aumentate le posizioni di responsabilità che richiedono un impegno in orari diversi da consueto”.
Le aziende, tuttavia, hanno grande difficoltà nel trovare personale qualificato disposto a turni notturni o nei fine settimana. Le richieste riguardano innanzi tutto la grande distribuzione per i week end.
“Alcune figure, come i responsabili di reparto o i capi settore sono richiestissime. L’impegno è di 6 giorni su 7, con una grande flessibilità negli orari, disponibilità a trasferte e trasferimenti di sede, specie per l’avvio di nuovi punti vendita”, spiega Beatrice Bussolati, “Anche se si tratta di figure junior, occorre avere una doppia anima, commerciale, e imprenditoriale. Bisogna essere capaci di gestire i conti e lo staff, facendolo crescere. Ma per i professionisti più bravi è uno straordinario trampolino verso posizioni di store manager, capo area o direttore vendite”.
Poi ci sono gli ingegneri di sistema, gli informatici anti-hacker, i servizi di vendita online, i responsabili di call center. Ma ci sono posti anche nella finanza, legati ai mercati finanziari, nei trasporti aerei e ferroviari e nelle imprese impegnate nell’export.
Le principali difficoltà, secondo le imprese sentite da MCS, sono legate al disagio orario (74%) e alle difficoltà nella vita sociale (55%). Ma un peso rilevante deriva anche dalla famiglia (43%).
Non a caso nelle selezioni prevalgono candidati maschi e single, che rappresentano oltre l’80% del totale.
I pacchetti retribuitivi per i “manager della notte e del week end” sono in genere piuttoso generosi, con stipendi superiori del 20-25 per cento rispetto ai colleghi diurni e benefit vari.
Quali sono le caratteristiche ideali dei“night worker qualificati? Secondo le aziende interpellate da MCS occorrono un grande equilibrio psico-fisico (71%), una estrema flessibilità (53%), resistenza a stress e fatica (41%) e un certo spirito di sacrificio (32%).
In molti casi la scelta di accettare un incarico notturno è temporanea e secondo le aziende dura da 2 a 5 anni, per poi tornare al sistema diurno.
A volte rappresenta un volano per la carriera, perchè permette un salto di responsabilità più rapido, visto che i candidati sono pochi.
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