S.O.S. DA UN BAMBINO DISABILE!
Il
Sindacato SFIDA,
ha deciso di affidare, ad
una lettera “idealmente” scritta
da un bambino “speciale”, la
decisione dei
Giudici del TAR di Catania di NON
considerare “danno grave” la riduzione delle ore di sostegno a 18 alunni con
disabilità residenti in Provincia di Messina:
“Vado
a scuola, ma non sono come tutti i compagni, io sono un bambino “speciale”,
sono talmente” speciale” che ho un banco tutto per me
ed anche una maestra tutta per me; o meglio l’avevo fino allo scorso
anno, adesso quella che era la mia maestra devo dividerla con altri bambini
“speciali”; a metà mattina lei va via, io vorrei trattenerla, farle capire
che ho bisogno del suo aiuto, vorrei allungare un braccio, ma il mio braccio da
solo non ce la fa ad alzarsi. Ho sempre bisogno di qualcuno che mi aiuti a fare
le stesse cose che fanno tutti i
miei compagni. Ma sono solo aiutato
a metà!
L’altro
giorno, la mia maestra, ancora una volta, è andata via, il solo pensiero che
sarei nuovamente rimasto “dimenticato” nel mio banco mi ha fatto avere uno
scatto: sono caduto a terra, ho iniziato a gridare, a tirare calci, alcuni
compagni si sono avvicinati e qualcuno ha detto di chiamare la mia mamma,
qualcun altro: - ma perché lo mandano ancora a scuola? -Tanto lui..!!!-
Volevo
gridare… ma ancora una volta i pensieri sono rimasti solo pensieri. Avevo
tentato solamente di protestare, volevo dire che anch’io faccio parte di
quella classe; perché i bambini “speciali” non hanno diritto di sentirsi
classe?!?
A
sera ho sentito parlare a lungo papà e mamma, erano stati a scuola e in loro
c’era tanta amarezza e sofferenza, alla fine hanno deciso di andare da “un
signore giusto” che lavora in un ufficio a Catania per chiedergli aiuto. Io ho
capito chi è il “signore giusto”: è un” uomo giusto” che ha il compito
ed il potere di far rispettare le leggi. Ma cosa centra “l’uomo giusto”
con me, la scuola ed i miei compagni?
Anche
oggi sono tornato prima da scuola, appena entrati in casa, ha squillato il
telefono, la mamma ha risposto ed ha
avuto uno scatto, sembrava me quel giorno a scuola. Gridava: -
ma questo Giudice non è un
politico che deve preoccuparsi della disponibilità di bilancio,
Lui doveva stabilire se le leggi riconoscono dei diritti a mio figlio…
ma perché è nato in questa realtà messinese? Non poteva nascere a
Roma, a Reggio Calabria o anche a Cagliari o a Palermo, dove i giudici si sono
espressi considerando solamente la legittimità dei ricorsi tutelando il diritto
al bambino di essere recuperato ed integrato?-
Io
purtroppo vivo a Messina e sono e sarò sempre handicappato!
Un
bambino”speciale”
Riferimenti:
S F I D A Sindacato Famiglie
Italiane Diverse Abilità
www.sindacatosfida.it
e-mail: infosfida@tin.it
Tel. 338.4520976
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Leggere queste righe non può non far riflettere.
Ognuno di noi bambino, ragazzo o adulto che sia sa che queste esperienze sono reali,
concrete e non può ignorarle.
La Scuola è il luogo dove tutti mettiamo le basi
per la nostra Vita futura, in particolare le basi legate ai valori ed al vivere
collettivo.
Vogliamo davvero che la nostra Vita futura sia
basata sulla mancanza assoluta di rispetto per gli altri e delle loro
"specialità"?
Alessandro Franceschini
Club Scuola Italia