PODCASTING: UNA NUOVA FRONTIERA DELL'INSEGNAMENTO
Intervista a Luca Piergiovanni - Professore ideatore del Podcast scolastico Chocolat 3B.
Nei
giorni scorsi mi sono imbattuto in un professore di scuola media molto attivo e
creativo, che per rendere più accattivanti le lezioni d'Italiano, ed in
particolare lo studio della Poesia, si sta misurando con i suoi studenti in
un'esperienza di podcasting.
Questa sua (loro) iniziativa mi è piaciuta molto ed ho voluto approfondire la
conoscenza:
Lei
quanti anni ha, cosa insegna, come le è venuta questa idea? Insomma, un po’
di autobiografia.
Sono un professore
precario e squattrinato di 36 anni che insegna Italiano Storia e Geografia alla
scuola Media e che ha deciso di unire l’amore per il suo vecchio
mestiere da deejay e speaker radiofonico – 10 anni trascorsi tra disco, lounge
bar e radio locali –, con quello per l’insegnamento, dando vita ad un
podcast dove i veri protagonisti sono gli alunni.
L’idea di fare podcasting mi è venuta allo scopo di rendere più accattivanti
le lezioni d’Italiano, ed in particolare lo studio della poesia. Dopo un
periodo trascorso a mettere a confronto le poesie di classici della letteratura
con canzoni di grandi cantautori italiani, ci siamo cimentati in un’analisi
approfondita dei testi per coglierne ogni sfumatura nonché eventuali analogie e
differenze. Abbiamo quindi trasformato il materiale prodotto in dialoghi
radiofonici, per poi registrarli con un’attrezzatura adeguata e software
specifici, e pubblicarli infine sul web con l’aiuto di un audio hosting. Nel
nostro podcast, che ad oggi conta già 600 abbonati, parliamo anche
dell’affascinante mondo dei podcaster e spieghiamo come entrarne a fare parte.
I
materiali che usate sono messi a disposizione dalla scuola? L’istituto dunque
sostiene il vostro lavoro? Ritiene che attività di questo genere dovrebbero
diffondersi nelle scuole italiane? È a conoscenza di altri esempi simili?
Per produrre un podcast è sufficiente ben
poca attrezzatura: nel nostro caso ho rispolverato il mio vecchio mixer e un
paio di cuffie, mentre i ragazzi hanno procurato un Pc. Per il microfono bisogna
fare un discorso a parte. Gli episodi di un podcast sono scaricabili da internet
e letti da tutti i dispositivi portatili in commercio e quindi possono essere
ascoltati nei luoghi più disparati e spesso rumorosi (in mezzo al traffico
cittadino, dentro la propria automobile, in autobus, nel treno, mentre si fa
sport, ecc.). Di conseguenza, se vogliamo che il podcast sia seguito è
fondamentale che la sua qualità audio risulti ottima. Questo ci ha spinto a
spendere qualche soldino per acquistare un microfono professionale: tra i
migliori quello a condensatore, sensibile e brillante per la registrazione del
parlato e con un attacco usb che permette di collegarlo direttamente al pc.
Ancora meglio se a questo si aggiunge un pop stopper, ossia una specie di disco
protettivo da interporre tra la bocca e il microfono, utile ad eliminare
quell’effetto esplosivo che a volte si ha quando si pronunciano certe lettere
con troppa veemenza. La scuola Media di Faloppio (CO) ha messo a disposizione
un’aula che abbiamo trasformato nella nostra sala di registrazione. I colleghi
si sono dimostrati da subito curiosi e felici di questa iniziativa, così come
il preside Emanuele Clerici che continua a supportarci in ogni modo tanto da
essere diventato uno dei nostri fan più affezionati. Attività di tal genere
dovrebbero prendere sempre più piede nelle scuole italiane. A dire il vero ci
sono alcune belle realtà, come RadioTony,
la prima web radio scolastica dell'Istituto Tecnico Professionale Bodoni-Paravia
di Torino o RadioTuttiFermi del Liceo Scientifico Statale E. Fermi di Ragusa, ma
l’ambito è limitato, con tantissimi docenti che, ahimè, ancora non credono
all’integrazione tra gli strumenti didattici tradizionali e le nuove
tecnologie. Le reputano un semplice intrattenimento o peggio ancora una perdita
di tempo, ma questi nuovi mezzi non possono essere ignorati, perché
fanno parte del nostro patrimonio di civiltà e perché un mero divieto sarebbe
incomprensibile al giovane d’oggi nato dentro un i-Pod (passatemi la battuta).
I
ragazzi: quelli che partecipano, si sono proposti da soli? Com’è il loro
grado di entusiasmo? Qualcuno di loro vorrebbe lavorare in Rete-radio da grande?
La volontà e la passione che stanno mettendo
in questa cosa i miei studenti è encomiabile. Sono tutti entusiasti del
progetto e di propria volontà si sono recati dal preside a chiedere il permesso
di potersi fermare a scuola oltre il normale orario curricolare, almeno un
pomeriggio alla settimana, per approfondire lo studio del Podcast e realizzare
gli episodi.
L’esperienza
mi sembra funzionante e felice: avrebbe intenzione di ripeterla anche nei
prossimi anni scolastici con altre classi?
Sarebbe bello poter proseguire questa
iniziativa negli anni futuri... anche se, ad essere sinceri, non è facile
trovare un gruppo preparato ed affiatato come quello con cui è nato Chocolat 3.B, e in ogni caso, anche se fosse nelle mie intenzioni, è meglio per il
momento non farlo sapere ai ragazzi... perché sono gelosissimi e potrebbero
boicottarmi!
Per ascoltare gli
episodi radiofonici del podcast digitate questo link:
http://chocolat3b.podomatic.com/
Per maggiori
informazioni scrivete a: luca.piergiovanni@libero.it
Alessandro
Franceschini
Club Scuola Italia