L'ORA DI RELIGIONE
Quest'anno scolastico ci fa assistere a più riprese ad un fatto culturale
importante: la difficile costruzione di una società multietnica nella quale
convivano diverse culture e diversi credi religiosi. Un appuntamento
che sembra arrivato davvero, dopo il tanto parlare di educazione interculturale
che si è fatto nell'ultimo decennio...Ma che cosa significa concretamente?
Vorremmo ricostruire brevemente la vicenda della recente proposta di
introdurre la religione Islamica tra le discipline scolastiche, per poi chiedere
il vostro parere, che come sempre siamo qui ad accogliere tra le
nostre pagine.
La vicenda è quella iniziata con la proposta da parte dell' Ucoii, che
significa Unione delle comunità islamiche italiane, come pubblicato tra
gli altri anche da Corriere.it il 7 Marzo scorso.
L' Unione, si legge, "ha proposto di istituire
nelle scuole italiane l'ora di religione islamica come scelta alternativa. La
proposta è contenuta in un documento presentato nella seconda riunione della
Consulta islamica al Viminale". Ci sono però altre istanze: "aggiornare
e modificare i libri scolastici che contengono «notizie palesemente false
sull'islam e i musulmani», inserire la lingua araba come materia a scelta a
livello nazionale e scuole private parificate. Il documento contiene una serie
di «principi generali» - rispetto della dignità umana e della libertà
religiosa, alimentazione, aiuti alle famiglie, cittadinanza - e indica gli
interventi necessari secondo l'Ucoii per quanto riguarda i problemi di vita
quotidiana legati a scuola, lavoro e casa".
E' poi del 9 Marzo la notizia, per la quale ci rifacciamo ancora una volta a
Corriere.it, secondo la quale il Vaticano, attraverso le parole del Cardinale
Martino, si dice favorevole all'introduzione dell'Islam come scelta
alternativa alla religione Cattolica a scuola:
Il Vaticano dà parere favorevole all'ora di religione islamica nelle
scuole italiane per gli studenti musulmani. «L'Italia non faccia marcia
indietro. Il rispetto non deve essere selezionato», ha ammonito il cardinale
Raffaele Renato Martino, presidente del Pontificio consiglio giustizia e pace, a
margine del convegno «Le vie della pace». Sono in questione la
giustizia sociale ed il rispetto della diversità religiosa ed umana in
generale:
«Se in una scuola ci sono cento bambini di
religione musulmana, non vedo perché non si possa insegnare la loro religione.
Questo è il rispetto dell'essere umano», ha affermato il cardinale. «Se
attendiamo la reciprocità nei Paesi rispettivi dove ci sono cristiani, allora
ci dovremmo mettere sullo stesso piano di quelli che negano questa
possibilità», ha sostenuto il cardinale Martino. «Ma l'Europa, l'Italia è
arrivata a punti di democrazia e il rispetto dell'altro che non può fare marcia
indietro. Se quindi ci sono persone di altra religione nella realtà italiana,
bisogna rispettarle nella loro identità culturale e religiosa», ha proseguito.
«Solo il dialogo e la libertà religiosa possono evitare il fondamentalismo,
sia quello politico-laico che quello religioso. Tutte le religioni sono di pace
e la via per trovare una coesistenza e la collaborazione laddove è possibile,
per esempio sul piano sociale», ha concluso il cardinale Martino.
Le parole del Cardinale sono state apprezzate dall'Ucoii.
Voi cosa ne pensate?
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